Ecco il fintocolto (con un rinnovato disordine estetico) di ritorno da una pausa estiva che non ha potuto neanche utilizzare come fonte di buoni propositi, avendone in precedenza troppi affidati a essa stessa per poi, perso anche questo lungo attimo caliente, rimandarli di nuovo a
È arrivata l’estate e sono arrivate tutte le sue menorragie di attese da sconvolgere. Il fuoco cammina con noi e anche il povero Fintocolto si appresta, più che a fare la valigia, a disfare quella riempita lungo tutto l’inverno, accalcati i sogni durante la primavera
L’estate. Epoca di baumaniano amore liquido che scorre in forma di sudore dalle orecchie alla spalla, sulla cotenna, come cappio pronto a tagliare via il fluire rigoglioso di momenti affannati ma rigorosamente solo pensati. Giù ancora, ululando con l’ugola arrostita al brione e la fesa
Improvvisazione per un caro ritorno: Tu, tu che almeno torni sempre. Tu, tu che scavi nei miei giorni per rientrare a notte fonda, mentre abbandono il pensiero, nell’attimo esatto in cui rotola verso l’assenza a grandi colori il mio desiderio più grande. Tu, tu che