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Maturità: pensieri confusi di un diplomando moderno durante la prima prova

maturita13Dunque. Mi devo ancora ripassare il Coro dell’atto terzo, la legge delle Guarentigie, tutte le maledette tripartizioni di Anacleto – no, Anassimene. No aspetta era Hegel, che tanto nessuno lo dice ma tutti lo abbiamo chiamato SEghel almeno una volta nella vita allo stesso modo in cui Perseo è da sempre il frutto dell’operazione Sei x Seo – il magnifico Azimut, non ho mai compreso a fondo la presenza al mondo di pagine cartacee dedicate allo studio di funzioni, tanto più che mi avevano già interrogato quando hanno cominciato a spiegarle e Atum solo sa per quale motivazione Venditti sia diventato famoso affermando di non capire una mazza di matematica la sera prima dell’esame e invece io devo star qui a preoccuparmi anche del test di ingresso per entrare a Sociologia del Gabinetto Mancante.
E quindi insomma non ho tempo per la prima prova. Mi butto sul saggio breve che qualcosa si inventa sempre. Sono a sedere, mi mettono il foglio davanti.
  • Magris. Peccato, se solo con il programma di letteratura non ci fossimo fermati al Cantico delle Creature sarebbe senza dubbio una splendida traccia. “Il viaggio”. Ve lo do io il viaggio, aspettate due settimane e mi spalmo su una fetta biscottata di spiaggia, la cosa più intelligente che voglio leggere è il menù del cocomeraio a inizio passeggiata.
  • Individuo e società di ma…..individuo e società di massa?! E no dai, non costringetemi a scrivere che siamo tutti uguali per colpa dell’iPhone ma abbiamo comunque un cuore grande così e l’amore ci salverà, vi prego, non sono mica Dracula porca miseria, fatemi arrivare sano e salvo a ripassare AnaclHegel oggi pomeriggio.
  • Stato, mercato e democrazia. Stato, mercato e democrazia. Bene.
  • Il cervello, oh sì, sì il cervello è quello giusto. Non ne so niente ma deve essere interessante per forza, un po’ matrix e un po’ Inception, anzi no quella roba lì degli innamorati con Jim Carrey mi par perfetto, con quella colonna sonora che ha rifatto anche Zucchero. Ah no fermi, qui si parla di ricerca. Ricerca, ricerca, ma in sette righe ho finito. Beh, potrebbero essere sette righe intensissime e potrei comunque chiudere inventandomi una citazione da qualche tizio. Jim Carrey, Jim Carrey è perfetto. Vediamo oltre.
  • Omicidi politici. Fanno bene, raderli al suolo quei maledetti. No, non posso scriverlo. Va beh.
  • La vita? Cooperazione e creatività? E che sono Mago Merlino? Vi sembro membro dei Backstreet Boys, con queste occhiaie e i pantaloni lunghi che ci saranno seicentoquaranta gradi e darei oro per mettermi il Sundek senza mutande? La vita. La donna la donna. Oh l’omo?
  • Brics. Ma non faceva le borse la Bric’s?
Calma. Calma e sangue freddo. Pochi giorni e mi spalmo. Pochi giorni soltanto. Un sacco di banchi, un bel po’ di denti e tanto sudore, il rumore del ventilatore e i miei genitori che mi dicono che non è niente, una bella esperienza, un bel ricordo da mettere in tasca. Lo racconterò ai miei figli che forse riusciranno ad arrivare a Foscolo col programma di italiano. Forza. Magris, il viaggio, il cervello, il caldo, le borse di pelle, Zucchero che canta, l’iPhone mentre io ho preferisco Android e quanto è vero il caldo mi faccio regalare l’S4 appena finita ‘sta tortura, Aldo Moro.
Bella esperienza, bel ricordo da mettere in tasca. Il viaggio, la società di massa, i politici assassinati, i paesi che crescono.

Un bel ricordo. In tasca, ecco, lì mi ce l’hanno messo di sicuro.